Grillini del III millennio

 

E’ quasi divertente vedere come i due leader si scrutano e si fronteggiano, sotto l’occhio delle telecamere, ognuno cercando di strumentalizzare l’altro. E’ un gioco pericoloso. Casapound è notoriamente incline a mischiare le carte e strumentalizzare tutto quello che gli capita a tiro. E’ il loro sport preferito. I casaclown cercano una legittimazione come partito anti-sistema e Grillo gliela fornisce. Grillo all’inizio pare spaesato, la domanda-trappola sull’antifascismo lo manda in confusione, poi finisce per stare al gioco dei casaclown fino ad arrivare a riconoscere una certa vicinanza trai due movimenti.

Ogni tot scoppia il caso Beppe Grillo. C’è chi si indigna, c’è chi difende a spada tratta, c’è chi parla di fraintendimenti e manipolazioni, c’è chi denuncia l’attacco dei poteri forti al movimento cinque stelle.

Prima c’è stata la questione dei provvedimenti disciplinari. Adesso è il momento dell’apertura a casaclown. Sono episodi che non dovrebbero stupire, è solo la punta dell’iceberg di ciò che c’è alle fondamenta del M5S. I media mainstream fanno leva su un certo tipo di questioni perché è facile e perché è l’unica critica che possono fare dalla posizione in cui si trovano. Altre critiche si possono muovere se si ha un punto di vista diverso, se si guarda da sinistra.

Innanzitutto va detto che il M5S possiede una carica potenziale anti-sistema e fa un certo grado di paura all’establishment, che quindi un po’ si difende come può, un po’ attacca, il più delle volte insegue Grillo cercando di recuperare consensi. Va detto, però, che essere contro-sistema non basta, anzi, di per sé vuol dire ben poco. Per esempio, nazisti e fascisti si presentarono come forze rivoluzionarie e anti-sistema negli anni ’20. Quando poi il sistema sono diventati loro ne abbiamo viste delle belle. Anche i ridicoli del terzo millennio si presentano come anti-sistema, e non a caso si scoprono adesso le affinità elettive con i grillini.

Il macigno più grosso che pesa sul M5S è la struttura aziendale, proprietaria, su cui è fondato. Gli attivisti del M5S sono notoriamente tutte brave persone, intelligenti, capaci, oneste, etc, che fanno un sacco di attività sul territorio, molte delle quali condivisibili. Tante persone così, messe insieme, formano il movimento, mi direbbe un 5S. E’ vero, però, tra tutte queste persone ce n’è una (anzi due) il cui peso può schiacciare tutti gli altri. Non ci sono strutture intermedie, per cui non ci sono meccanismi di controllo di chi sta in basso verso chi sta in alto (o perlomeno non ci sono ancora, o non sono ufficiali). In altri termini, si predica la democrazia diretta, ma si pratica la monarchia assoluta. Il M5S non si presenta come un partito come gli altri, ma dice di voler portare avanti una sorta di rivoluzione. Ecco perché il discorso del “meno peggio”, il paragone con gli altri partiti, non funziona. Se vi volete vendere la democrazia sostanziale, dovete dimostrare di esserne in grado, a partire dal vostro interno. Non ci vuole molto a capire che non ci può essere parità in un gruppo di persone se due di loro sono materialmente e oggettivamente molto più potenti degli altri. Viceversa, se uno ha la testa piena di fantasie può credere che esista un garante illuminato che usa il suo potere per garantire a tutti libertà e pace (un’altra versione del leviatano di Hobbes).

Oltre alla particolare struttura gerarchica del M5S ci sono dei grossi problemi legati ai contenuti. Come giustamente qualcuno ha notato, il M5S è come una scatola vuota, nella quale puoi inserire di tutto (dopo aver trovato un accordo con il tuo gruppo) purché siano rispettate delle regole formali (fedina penale, iscrizione a partiti, numero di legislature). Ciò sembra bello, ma è anche molto pericoloso. Se posso inserire di tutto, non è difficile che insieme a temi ecologisti si facciano strada posizione razziste, xenofobe, reazionarie. Ridurre il proprio cervello, la società, la politica, alla condizione di una scatola vuota non è una bella prospettiva. Purtroppo è la conseguenza naturale del rifiuto aprioristico delle ideologie.

Il rifiuto delle ideologie genera una gran confusione di idee nel M5S. Tra queste c’è l’idea che ogni problema abbia un’unica soluzione, una soluzione tecnica (e infatti l’ascesa di Monti ha inizialmente spiazzato i 5S), una soluzione di buon senso, ovvero una soluzione scelta in maniera assembleare. Io non sono di questo avviso, la maggioranza non necessariamente decide per il meglio (in ogni caso se la maggioranza dovesse prendere una svista ci sarà sempre Grillo a provvedere..), e comunque ciò che è meglio non è definito in maniera univoca. Le soluzioni ai problemi sono diverse, sempre di parte. Esse riflettono la contrapposizione e i compromessi tra le classi sociali. Purtroppo nel rifiutare le ideologie, nel voler presentarsi “né di destra né di sinistra”, i 5S non hanno gli strumenti intellettuali per porsi certi tipi di problemi.

Tutto ciò non è invenzione del M5S, né di Grillo, tantomeno di casaclown. E’ purtroppo lo spirito del nostro tempo. Viviamo in un epoca in cui le dinamiche reali che muovono la nostra società vengono per lo più ignorate. La rabbia trova sfogo nell’odio razziale, nella guerra tra poveri, nella venerazione delle sovrannaturali forze del mercato e dello spread, nel signoraggio, dei complotti pluto-giudaico-catto-comunisti e via dicendo.

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