Il governo di centrodestra del Portogallo ha “definitivamente abbandonato” l’alta velocità. Con questo abbandono finisce anche la propaganda sul corridoio ferroviario che avrebbe dovuto unire Lisbona e Kiev. In fondo l’idea che per andare da Torino a Lisbona (o a Kiev) si preferisca il treno invece del aereo è ridicola. Se poi proviamo ad immaginare una merce, ad esempio di produzione brasiliana, che per raggiungere Kiev venga sbarcata a Lisbona e scarrozzata in treno per l’Europa a300 km/h, si passa dal ridicolo all’insulso.
La rinuncia portoghese deve mettere in evidenza che le priorità degli Stati europei e dell’Europa stessa sono altre.
Il machismo infrastrutturale (più è grande, più è bello) è una stronzata propagandata dalle lobby della perforazione-cementificazione-urbanizzazione. Le infrastrutture che servono davvero ai popoli europei sono reti di mobilità sostenibile, internet a banda larga e smart grid.