I media neanche vanno oltre il trafiletto di rito. Oggi si ricorda la protesta senza mai provare a ricordare i motivi che la innescarono.
La manifestazione è stata soprattutto un’immagine: l’esile studente che ferma una colonna di carri armati. Immagine fortissima, sognante, ispiratrice, epica; l’uomo che da solo ferma il mostro meccanico, braccio armato del sistema. La foto diventa il simbolo di lotta contro la tirannia comunista.
Purtroppo un messaggio mediatico così potente ha travolto i motivi della protesta.
Wang Hui, uno degli organizzatori delle manifestazioni, nel libro Nuovo Ordine Cinese spiega chiaramente che le proteste non erano contro il Partito Comunista, ma erano contro le riforme economiche di stampo liberista volute da Deng Xiaoping. O meglio, gli studenti si mobilitarono contro l’apertura della Cina al libero mercato senza una contemporanea riforma politica che desse al popolo un minimo di controllo democratico sul mercato. Tutto sconvolgentemente attuale. La repressione fu brutale. Tra i 7.000 e i 12.000 morti.
Gli studenti videro bene. Oggila Cinaè un gigante capitalista fondato sullo sfruttamento del lavoro di un popolo senza diritti civili, dominato da una super casta di burocrati – politici. Altro che comunismo.