Negli ultimi anni una certa visione destrorsa del mondo ha cercato di attribuire ai militari italiani in missione l’appellativo: “i nostri ragazzi”. Soldati inviati (con gravi perdite) in teatri di guerra a difendere fumosi interessi nazionali, mai del tutto chiariti.
Poi, d’improvviso, il doppio terremoto in Emilia ci ha portati ad una visione più consona della realtà: i nostri ragazzi (emiliani, marocchini, indiani, romeni o terroni) sono gli operai, che, giorno dopo giorno, costruiscono il Prodotto Interno Lordo italiano e giorno dopo giorno muoiono a lavoro.
Il PIL è considerato il più importante indicatore di ricchezza di un paese ed il lavoro è l’unico vero produttore di valore, quindi non si può negare che i veri difensori dell’interesse nazionale siano gli operai. Operai che muoiono nel doppio terremoto emiliano, sotto il crollo di capannoni malsicuri.
Operai, i nostri veri ragazzi.
concordo al 1000%, non aggiungerei una parola. ma nessuna meraviglia, dato il mare melmoso di retorica in cui viviamo